9 apr 2021

DISTANZE TRA SPAZIO REALE E VIRTUALE

Pensando alla distanza, è necessario fare riferimento a un modello spaziale di riferimento, e per Lev Manovich,  autore del libro seminale Il Linguaggio dei nuovi media, il nuovo modello spaziale è il videogioco.   
Quello del videogioco è infatti  uno spazio navigabile, esattamente come un database.
Qui un trailer del celebre Resident Evil 

E' UNO SPAZIO ESPLORABILE, IN CUI L’UTENTE GIOCA PER COMPRENDERNE LA GEOMETRIA LA TOPOLOGIA ?  LA LOGICA

SEGUONO DUE ESEMPI DI UNO SPAZIO ESPLORABILE - SECONDO IL MODELLO DEL VIDEOGIOCO - NEL CAMPO DELL'ARTE DEI NUOVO 
Osmose  di Char Davies (1994-95)
una installazione interattiva con uno spazio diverso, modellata sulla percezione dello spazio acquatico, con un subacqueo virtuale. 
The Forest di Tamàs Waliczky ( 1993) 
E’una installazione interattiva, simile a un simulatore di volo,  che offre, attraverso i gesti dell’utente, la possibilità di scegliere un suo percorso in una foresta infinita, formata da un unico albero ripetuto. Il fatto più interessante è che l'obiettivo si sposta nella dimensione verticale, senza mai toccare né il cielo né il terreno. 

NEL VIDEOGIOCO LA NAVIGAZIONE NEL GIOCO PUO’ ESSERE DEFINITA COME UN RACCONTO REALIZZATO DALL’UTENTE IN BASE ALLE PROPRIE SCELTE. LA NARRAZIONE COINCIDE CON LE SUE AZIONI E SE LUI O LEI SI FERMA, LA NARRAZIONE DI INTERROMPE.
NON C’È PSICOLOGIA, MA SOLO AZIONI.
 
CARATTERISTICHE DELLO SPAZIO NAVIGABILE: 
  • HA TRE DIMENSIONI, 
  • MA NON SI PUO’ PARLARE DI SPAZIO UNIFICATO
  • PIUTTOSTO È UNO  SPAZIO AGGREGATO, DISCONTINUO.CON STANZE, CORRIDOI, PORTE, INCROCI, SVOLTE CONTINUE.
Rifacendosi a Panofsky, secondo il quale la prospettiva era non solo una tecnica di visualizzazione, ma piuttosto una forma culturale simbolica, Manovich individua  una similitudine tra lo spazio navigabile e quello delle nuove metropoli, fatte di luoghi nucleari abitabili e  aree di servizi e commerciali, tutti separati da spazi marginali.  
É uno spazio a tre dimensioni, ma è uno spazio aggregato, cui manca una prospettiva unificante. 
CHI ABITA LO SPAZIO NAVIGABILE?
IL NUOVO FLANEUR VIRTUALE,  IL DATA DANDY (definizione di GEERT LOVINK)  che  si muove in continuazione, cliccando su un oggetto e poi su un altro, attraversando stanze virtuali un livello dopo l’altro, un volume di dati dopo l’altro.  Il suo movimento è  espressione del suo desiderio di seguire una traiettoria in una gran varietà di dati a disposizione. 
È un giocatore che acquisisce sempre nuove competenze, proiettato verso l’auto miglioramento. Dice Manovich che il suo modello attuale è il COWBOY che si muove in uno spazio ostile, e il movimento nello spazio virtuale è un mezzo per forgiare il suo carattere. 

Transitional Spaces, di George Legrady, al quartiere generale della Siemens di Monaco, (1999)  
era una installazione multimediale  in cui il movimento degli spettatori controllava le proiezioni nello spazio,  diventando attivatore di tre diverse proiezioni: la posizione, il timing e il numero delle persone controllavano la sequenza e i tempi della proiezione, attivando  “stati transizionali” dello spazio: da confuso a nitido, da vuoto a pieno, da buio a luce, da sfocato a fuoco.  https://www.youtube.com/watch?v=7d_2l-FpJEs

Qui seguono due esempi di lavori di Cardiff e Miller, che riprendono il tema della narrazione che intraprende un rapporto ludico con l'utente, e che mette in contrasto lo spazio virtuale con quello reale,  come in una sorta di videogioco reale: 
 di Janet Cardiff and George Bures Miller
Janet Cardiff and George Bures Miller 

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