26 giu 2016

#8 UN VIAGGIO NEL FUTURO A RITROSO NEL TEMPO

In Turchia l'acqua salata del mare è  carica di metafore, ricca di storia, di guerre, di scontri, di viaggi e migrazioni: si pensi allo stretto del Bosforo per Istanbul, città il cui nome (quest'ultimo attribuitole in lingua turca nel 1930) è connotato da coloro che l'hanno fondata e poi conquistata nei secoli: prima Bisanzio, poi Costantinopoli: dall'acqua salata prende il nome SALTWATER: A Theory of Thought Forms, l'ultima  Biennale di Istanbul (2015) diretta da Carolyn Christov-Bakargiev, curatrice anche della passata edizione di documenta 13 e attualmente alla guida del Castello di Rivoli  di Torino. 
Si prendono in esame qui tre lavori esposti alla Biennale nei quali si mettono a tema i viaggi, relazionandoli ai gruppi umani che li hanno praticati. 


The Salt Traders è il titolo del lavoro realizzato da Anna Boughiguian (egiziana, nata al Cairo 1946) alla Scuola Primaria Galata Greek (costruita tra il 1885 e il 1909 in stile architettonico neoclassico per l'educazione dei bambini greci residenti in quel tempo a Istanbul).  Si può vedere qui . Inoltre si può anche visionare il video  della Biennale con un'intervista in cui la  Bouguiguian racconta la sua personale esplorazione critica del viaggio umano nella natura e nella storia. Si tratta di un'installazione  che mette insieme tessuti, pittura, disegni e suoni, inventando  la storia della riemersione , nel 2300, dopo l'era del digitale, di uno scafo che portava sale, riemerso ipoteticamente dai ghiacci dell'Antartide.  

Shahpour Pouyan (Iran, 1980) God Sets the Course for the Ship, and Not the Captain, 2008
Nel suo lavoro  Pouyan ha rielaborato qui una miniatura  del XVI secolo, intitolata Dio dispone la corsa delle navi, e non il Capitano, cancellando tutte le persone che animavano i dipinti. Si tratta dunque di scafi in viaggio nel mare, ma rigorosamente vuoti. http://shahpourpouyan.com/
" Using digital and manual manipulation, he removes all people from the artworks, then painstakingly recreates their landscapes. Yet the resulting images have an eerie emptiness to them. You got to many places, he says, places like Persepolis, emptied of people but pregnant with a sense of civilisation abandoned. “And it’s what’s happening today in Aleppo, for example. This destruction, this emptying has happened before – it will happen again.” Lives and killings are erased, grass and flowers are etched into life, the sea is as dark as a tomb. The miniatures hover between something like hope and something like despair". The Guardian

Arabella Dorman (Gran Bretagna), Flights: Songs of Exile & Homecoming, 2015, Chiesa di Saint James, Londra: uno scafo con tanto di salvagenti pesa come una spada sulle teste dei fedeli accorsi in chiesa la domenica. L'arte entra nel reale, oppure al contrario il  reale entra prepotentemente nell'arte, cancellando la bellezza dalle chiese? http://www.arabelladorman.com/

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