27 giu 2016

#9 VIAGGIO RELATIVO TRA TEMPO E SPAZIO, prima parte

 di Maria Cristina Reggio

Volendo accennare alla definizione scientifica di spazio e tempo (e l'arte occidentale intesse un rapporto piuttosto confidenziale con la scienza, facendosi suggerire molte domande, piuttosto che risposte), si può solo qui accennare, indulgendo necessariamente in una puerile banalizzazione, alla rivoluzione compiuta all'inizio del XX secolo dalla teoria della meccanica quantistica rispetto alla fisica classica, aristotelica e newtoniana, mediante l'intuizione della presenza, nelle particelle di cui sono composte tutte le materie presenti nell'universo, di una doppia relazione e dunque dimensione, al tempo stesso corpuscolare e ondulatoria. La materia si comporterebbe dunque seguendo una interazione dualistica tra l'essere sia una entità particellare, sia un fenomeno ondulatorio. Questa relazione è collegata al principio di indeterminazione formulato da Heisenberg nel 1927, secondo il quale "le leggi naturali formulate all'interno della teoria quantistica non conducono mai a una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo: l'accadere (all'interno delle frequenze determinate per mezzo delle connessioni, in una realtà data, ndr.) è piuttosto rimesso al gioco del caso".  

É questa una definizione che apre all'irruzione del caso e del disordine all'interno di un mondo che la meccanica tradizionale pensava ordinato dalla consequenzialità delle cause e degli effetti, contenuta in un testo fondamentale, La nascita del tempo, scritto dal fisico e chimico russo Ilja Prigogine.  Il pensiero espresso dallo scienziato russo in questo suo libro ruota intorno al 2° principio della termodinamica, che lui applica al TEMPO: secondo il 2° principio, infatti, ogni processo naturale sarebbe IRREVERSIBILE e tenderebbe ad aumentare la sua ENTROPIA (termine che indica il disordine presente in qualsiasi sistema fisico), sia interna alla materia stessa, sia legata al suo rapporto con fenomeni esterni. Il concetto di irreversibilità introduce a una nuova idea del tempo, nel quale allo schema universale e atemporale della dimensione scientifica della meccanica si viene a contrapporre il tema di fenomeni e di nuove strutture che, seguendo le leggi della termodinamica, si sovrappongono ad altre, introducendo trasformazioni irreversibili e a loro volta aperte a nuove fluttuazioni. 

Proprio all'interno di questo ragionamento Prigogine introduce il tema cruciale della vita umana e della sua evoluzione all'interno di tale contesto ambientale nel quale ogni fenomeno irreversibile provoca la rottura della logica simmetrica del tempo (che prevedeva un prima, un ora e un poi), aprendo l'orizzonte all'essenzialità del caso, la cui irruzione fa sì che anche per la più piccola biomolecola, così come anche per un individuo, di fronte a un nuovo evento totalmente casuale e disordinato, si possano produrre comportamenti nuovi, creativi, atti a rompere la simmetria spazio-temporale tra passato e futuro.  
Scrive ancora Prigogine: "Con la vita, (...), con l'iscrizione del codice genetico abbiamo un tempo interno biologico che prosegue lungo i miliardi di anni della vita stessa, e non solo questo tempo autonomo della vita si trasmette da una generazione all'altra, ma il suo concetto si modifica. Si produce un perfezionamento evolutivo che evoca la storia dei computers: una generazione succede all'altra e permette di realizzare lo stesso tipo di operazione in tempi sempre più brevi. (...) Nel corso dell'evoluzione biologica è anche cambiata la qualità del sistema dinamico, con un aumento di complessità che tende verso sistemi altamente instabili(...). Anche qui vediamo all'opera l'ìrreversibilità, nell'autonomia degli esseri che tendono a diventare sempre più indipendenti dal mondo esterno". 

STORIA DEL BREVE VIAGGIO DI TANTI NUDI SOLITARI CHE SCENDONO LE SCALE 
Duchamp Giovane triste in treno, 1911
Duchamp, Nudo che scende le scale n#2
Il Nudo che scende le scale n° 2, di Duchamp, in cui una serie di figure poco umane, ispirate alla fotografia analitica di Muybridge negli USA e di Marey in Francia, in perfetto stile futurista scende una scala che sembra essere una scala mobile, (dipinto, questo, rifiutato a un'esposizione di pittura cubista, fatto che sancì il distacco definitivo di Duchamp dal cubismo). Qui, come già in Giovane triste in treno, Duchamp si riferisce a due movimenti e cioè a due tempi diversi: da un lato il movimento del treno, dall'altro il giovane che cammina avanti e indietro.  Una deformazione che egli stesso chiama "parallelismo elementare", "una specie di decomposizione formale, un disporsi a ventaglio in pannelli lineari che corrono parallelamente l'uno all'altro e che deformano il soggetto. In tal modo esso è teso come fosse un elastico. Le linee corrono parallelamente l'una all'altra e si trasformano solo inavvertitamente per suggerire la forma desiderata. Ho usato lo stesso metodo in Nudo che scende le scale " (cit. in Janis Link, Duchamp, Taschen, 1995, p.27) 

TEMPO E SPAZIO MUSICALE, ORDINE E DISORDINE 
In una sua recente conferenza alla Sapienza, il filosofo musicale Carlo Serra proponeva di ascoltare l'ordine della forma sonata in un'opera di Beethoven in cui la musica non misura il tempo, ma ne cambia il senso, il "come", facendo ascoltare il tempo scandito dalla musica che prende forma, assume cioè la forma che la musica gli dà. Questa è la messa in ordine della pulsazione musicale. Qui è l'unico ordine musicale. Il tempo musicale è una concatenazione di eventi sonori: tempi rallentati, accelerati, ritorni indietro, premesse di quanto accadrà in seguito, a volte con soddisfazione di ciò che giunge, altre volte con le disattese. Si pensi invece ai 4'33'' di John Cage, in cui la parentesi di tempo apre all'ascolto dei suoni qualsiasi. “Un pezzo indeterminato - scriveva - sebbene debba suonare come uno interamente determinato, è fatto essenzialmente senza intenzione, per cui, in opposizione alla musica determinata, due esecuzioni di esso sono sempre diverse”. Essenzialmente, indeterminazione stava per “Flessibilità, Cambiamento, Flusso”.  Si attribuisce infatti a Cage il concetto di MUSICA NON-INTENZIONALE. Questa musica, spiegava Cage, avrebbe indotto l’ascoltatore a pensare che “l’ascolto di un pezzo è una sua propria azione e che la musica è dunque SUA, invece che del compositore”.
Cage, 4.33 VIDEO 
Nel 1952 Cage portò avanti i suoi esperimenti, arrivando al suo famoso lavoro SILENZIO, 4’33’’, un pezzo in tre movimenti durante il quale, intenzionalmente, non veniva prodotto alcun suono.  Il primo interprete, David Tudor, sedette al piano per 4 minuti e 33 secondi muovendo le braccia silenziosamente per tre volte: “il mio pezzo preferito”, diceva Cage.
Cage-Cunningham, Variation V, VIDEO luglio 1965, alla Hall Philarmonic di New York, era un lavoro in collaborazione con Cunningham, Barbara LLoyd, David Tudor e Gordon Mumma; il copione fu scritto DOPO la performance e con metodo casuale, per poterlo ripetere. Lo spazio della performance era delimitato da una griglia di cellule fotoelettriche che, attivata dai movimenti dei danzatori, dava l'input di inizio a magnetofoni che producevano suoni ed effetti corrispondenti. 

TEMPO  PERSO IN UN VIAGGIO IN AUTO CON JEAN PAUL
Godard fa giocare lo spettatore di cinema con il caso inventando una tecnica di montaggio che si chiama Jump cut, nel quale l'inquadratura viene tagliata producendo un salto visibile nel racconto. Si produce così volontariamente un errore, un elemento di disordine che entra nella narrazione cinematografica stuzzicando la percezione di chi guarda.  Si veda qui À bout de souffle, Jean-Luc Godard, 1960, con Jean Paul Belmondo e Jean Seberg.


VOYAGE DI DUMB TAPE, OVVERO IL TEMPO DI UN VIAGGIO VIDEO-TEATRALE
Dumb Type è un gruppo che ha base Kyoto, in Giappone. Fondato da Teiji Furuhashi (morto nel '95) e Shiro Takatani, che ora ne è direttore artistico, e spsso collabora con il compositore, attore e artista Ryuiki Sakamoto.
VOYAGES (2002) 
Commissionato dal NTT ICC, ovvero Inter Communication Center (un istituto del Tokyo Opera City Tower a Nishi-Shinjuku, Tokyo, fondato nel 1997, in commemorazione alla nascita dei servizi telefonici in Giappone) questo lavoro che comprende performance e installazione, è stato presentato a Tokyo nell'agosto 2002.

STESSO SPAZIO, TEMPI DIVERSI, MA UGUALE UNITÀ DI MISURA, IL PASSO UMANO. 
Alter Bahnhof Video Walk, 2012, realizzato in occasione di dOCUMENTA (13) da Janet Cardiff e George Bures Miller, due artisti canadesi. 
Una voce dà le indicazioni e racconta brevi storie e impressioni, registrate con un sistema binaurale, riproponendo il paesaggio sonoro di un tempo diverso, quello della prima registrazione, e che si va a sovrapporre alla visione esatta degli spazi dove si viene a trovare lo spettatore. Si costruisce così un nuovo mondo, mediante una percezione per così dire raddoppiata, un viaggio compiuto con un "altro" invisibile, ma tanto vicino. 

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