12 giu 2020

TRADOTTI IN CORTEO TRIONFALE

LA PARATA - PROCESSIONE DI KENTRIDGE
https://www.doppiozero.com/materiali/litalia-di-kentridge
Nel 2015 l'artista sudafricano William Kentridge ha realizzato a Roma un'installazione con una parata lunga 500 metri sui muraglioni del Tevere dove ha disegnato, realizzato con la tecnica del reverse graffiti ( con cui si creano immagini cancellando lo smog dalle pareti) e proiettato una gigantesca processione da parte di circa 90 personaggi che più caratterizzano la città eterna, dalla lupa agli imperatori, ai bersaglieri fino a Pasolini e al felliniano Mastroianni con Anita Eckberg. Il giorno dell'inaugurazione, la processione dipinta (con spore biologiche autoestinguenti sui muraglioni) era raddoppiata da una vera sequenza di personaggi in cammino sulle sponde del Tevere. Si consiglia, per saperne di più, anche la lettura del focus realizzato su questo suo lavoro sulla rivista alfa+, in cui si raccolgono diverse recensioni e riflessioni interessanti. Da non perdere il pezzo di Andrea Cortellessa:
https://www.alfabeta2.it/2016/05/14/william-kentridge-tempo-scorre/


IL TRIONFO DI TRAIANO

La COLONNA TRAIANA è il testo sacro dell’arte classica su cui si sono esercitati tanti artisti nei secoli successivi. La Colonna Traiana fonda infatti l'iconografia del “Trionfo Imperiale”. Realizzata nel 113 d.C, faceva parte del Foro costruito dall’imperatore Traiano ed era posta tra la Basilica Ulpia, le due Biblioteche e il Tempio del Divo Traiano. Si chiamava anche colonna centenaria perché la sua altezza corrisponde esattamente a 100 piedi romani. Realizzata in marmo di Carrara, è avvolta da un fregio continuo a spirale che si snoda per circa 200 metri, con 23 giri, e narra gli episodi salienti delle guerre dell’imperatore Traiano contro i ribelli della Dacia (Romania) tra i 101-3 e il 107-8 d.C. Il suo fine è di esaltare l’impero e e l’imperatore, la cui figura, trattata come quella di un vigile comandante e mai con eccessiva enfasi, compare 60 volte nella narrazione: combatte, parla con i suoi comandanti, incoraggia l'esercito. La narrazione coglie con pietas il cammino e le storie ed emozioni dell’esercito dei vincitori, ma soprattutto quello dei vinti: la loro disperata resistenza, i loro gesti, i loro sguardi, le loro espressioni. Il racconto procede con carri e cavalli in cammino, senza pause, fino alla vittoria finale, con un realismo che coglie, attraverso il chiaroscuro del bassorilievo, perfino gli abiti dei soldati, i loro corpi dalle pose organiche e naturalistiche, le loro torsioni e disarticolazioni che ricordano la drammaticità dell’arte ellenistica.
Il procedere del racconto è come uno story board che risponde a un preciso programma politico.
LA PROCESSIONE SULL'ARA PACIS
Processione Ara Pacis (9 a.C)
Iniziata nel 13 AC.  e dedicata nel 9 AC, eretta con decreto dal Senato per celebrare la pace conquistata da Augusto 8 (Pax Augusta) in seguito alla vittoria su Antonio e Cleopatra ad Azio del 31 a. C.. Il monumento, composto da un altare che occupa quasi interamente lo spazio delimitato da un recinto marmoreo, è adorno di rilievi. Lo stile deriva dalle decorazioni delle tombe etrusche, e, posta sopra al fregio con decorazioni vegetali, scorre una lunga processione, in cui compaiono gli appartenenti alla casata imperiale di Augusto. Modello è la processione del fregio del Partenone, ma non si raccontano le storie degli dei dell'OPlimo, bensì si vuole narrare la storia mitica delle origini di Roma, accanto a una solenne processione dei personaggi della famiglia imperiale. Qui una immagine del Partenone:



Fregio del Partenone, processione dei fedeli

Il fregio del Partenone, composto da 115 blocchi alti circa un metro raffigurava 378 figure tra uomini e divinità e oltre 200 animali, soprattutto cavalli che ne occupano gran parte. Vi è ritratta principalmente la processione chiamata delle Grandi Panatenee, con numerosi giovani ateniesi che trascinano buoi e trasportano vasi e offerte cerimoniali, animali, vino e frutta. La processione comprendeva anche l’offerta alla dea Atena di un peplo, ovvero di un abito, in questo caso ricamato in oro, come è rappresentato in una scena sul lato est del fregio. La festa, che si svolgeva ogni 4 anni, era in omaggio ad Atena, protettrice della città, e vi prendeva parte tutta la popolazione, comprese le donne. Nel corso della grandiosa manifestazione si svolgevano i giochi panatenaici, con competizioni artistiche e sportive, comprese corse equestri, il che spiega il gran numero di cavalli e cavalieri ritratti nel fregio.

LA PARATA SOLITARIA DI Francis Alÿs




Francis Alÿs, THE COLLECTOR (1990-92)
Dopo diverse modifiche e tentativi falliti, costruisce un oggetto con rotelle, un piccolo cane-carretto realizzato in magnetite per assicurargli un campo magnetico permanente. Alÿs cammina finchè il carretto è completamente coperto di oggetti metallici. Camminare è per Alÿs una strategia di intervento nello spazio urbano, in cui l’esplorazione propaga narrazioni. Le azioni di Alÿs non si possono rubricare come performance art, perché il suo obiettivo è di sviluppare una spirale autogenerativa di interventi futuri, in cui lui stesso si mette in relazione, attraverso gli oggetti che dissemina e che raccoglie, con l’ambiente sociale urbano. Registrando le sue azioni nel contesto urbano con una videocamera e disseminandone la documentazione mediante cartoline e volantini, si sforza di fare rimanere l’azione nella mente degli osservatori come un possibile un episodio di una nuova mitologia. 

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