10 apr 2020

LA TRADUZIONE RICHIEDE IMPEGNO: l 'opera in progress di MUNTADAS dal 1995














NEL 2005 MUNTADAS ESPONEVA AL PADIGLIONE SPAGNOLO DELLA BIENNALE DI VENEZIA “ON TRANSLATION: I GIARDINI”
Si trattava di una installazione multimediale che raccoglieva alcuni momenti del progetto ON TRANSLATION che l’artista porta avanti dal 1995:
The bank (1997)
The Internet Project (1997)
La mesa de la negociaciòn II (1998)
El Aplauso (1999) https://www.youtube.com/watch?v=-NiPWYpTwQo
The Bookstore (2001)
The Interview (2002)
On View (2004)
Stand by (2005)
Listening (2005)
Quello che segue è il testo con cui Muntadas presentava il progetto nel 1993:
On translation is a series of works exploring
Issues of transcriptions, interpretation and translation
From language to code 
From silence to technology 
From Subjectivity to Objectivity 
From agreement to wars 
From private to public
From semiology to cryptography 

The role of the translation/translators as a visible/invisible fact


Nel suo testo, molto approfondito, L’arte che traduce, (2017),  Modesta di Paola individua quattro ambiti teorici nei quali si dispiega il progetto sulla traduzione di Muntadas: 
1)la traduzione linguistica 
2)la traduzione culturale 
3)la traduzione intermediale, che attraversa cioè diversi media
4) la traduzione nel contesto globalizzato
La prima cosa infatti che saltava agli occhi a Venezia, ma del resto in ogni lavoro di Muntadas, era la presenza di una scritta, ovvero in questo caso un manifesto con il messaggio ATTENZIONE: LA PERCEZIONE RICHIEDE IMPEGNO, scritto in bianco su rosso. Qui le parole diventavano immagini visuali, con un evidente appello al valore linguistico delle immagini e a quello visuale delle parole scritte: qui lo spettatore si ricordava di essere tale anche quando non se ne rende conto, come quando, attraversando gli spazi interurbani, la sua percezione viene anestetizzata dalla proliferazione di immagini e parole che ne sollecitano, mediante la propaganda, desideri e aspettative di consumo.
Nell’opera La mesa de Negociaciòn, un tavolo rotondo costituito da diversi spicchi con diverse altezze, mostra le statistiche della comunicazione in Africa e nei Paesi sviluppati, aggregando dati singolari ed acuti (quanti giornalisti sono morti, come è libera la stampa, quanti editori ci sono, quanti sono i ticoon delle telecomunicazioni). 
Muntadas introduce il termine MEDIA LADSCAPE per indicare il paesaggio non come mera realtà naturale pittorica rappresentata dall’artista, ma come il frutto dell’opera dei media sul paesaggio, introducendo il concetto di paesaggio attivo, pubblico, abitato da comunità, mediato dagli strumenti della comunicazione e dall’urbanistica che lo rendono fruibile, transitabile, anche solo virtualmente.

Si analizzano qui di seguito alcuni tra i tanti progetti di ON TRANSLATION:
SOCIAL NETWORKS (2006)
Invitato a lavorare con gli studenti del CADRE (laboratorio di New Media all’Università di San José), ha realizzato con loro in uno spazio del Convention Center of San José negli USA una installazione murale: un tabellone con una pianta del mondo e un grafico animato che mostra i dati statistici in evoluzione permanente, 24 ore al giorno, dell’utilizzo delle parole, adottate nel linguaggio specifico di network internazionali che operano in quattro campi–sistemi di comunicazione: economico, culturale, militare e tecnologico. Si tratta infatti di una  rappresentazione dinamica in real time dell’utilizzo di alcuni vocaboli (tutti di pertinenza del linguaggio bellico, resistence, strategy, technics, avantgarde, all’interno di network nel campo non solo militare, ma anche economico, culturale e tecnologico. Un software (Apple.org e Rhizome.org) estrae determinate parole ricorrenti e le associa per latitudine, longitudine rendendole visualizzabili, attraverso forme e colori, in una mappa che ne mostra, in continua evoluzione,  l’utilizzo di un vocabolario comune.  Nel progetto dell’artista il tabellone sarebbe rimasto installato McCenery Convention Center per cinque anni. https://www.youtube.com/watch?v=n6Ztzy4Tb4c

 ON TRANSLATION: THE GAME, 1996
Installazione all’Atlanta College of Art Gallery in occasione delle Olimpiadi di Atlanta, 1996
Al centro dello spazio espositivo era THE BOOTH, una cabina di vetro con al centro un vetro inclinato a 45°, su cui veniva proiettato al suo interno THE TAPE, una videoinstallazione con 8 interviste a specialisti del linguaggio e della traduzione (per portare a visibilità così il traduttore, figura centrale quanto invisibile nei giochi olimpici).
Il sottofondo musicale era HYMNES DES HIMNES, collage di inni nazionali.
Il progetto comprendeva anche:
-O.T. THE LANGUAGE, in cui le interviste si ascoltavano in vietnamita, con auricolari in inglese
-O.T. THE TRANSLATORS, libro sui traduttori nei giochi realizzato da Ronald Christe
-O.T. THE BULLETIN BOARDS, sedici pannelli con diversi titoli affissi lungo le pareti della sala con info sui giochi, la loro storia, la geografia
-O.T. COLORS, che erano i colori ufficiali delle Olimpiadi, dipinti sulle cornici dei medesimi pannelli
-O.T. THE CLOCKS, quattro orologi con gli orari a Barcellona, Atene, Atlanta e Sidney
-O.T. THE RINGS, immagini delle emozioni legate ai giochi.
Infine realizzò una intervista, progettandone molti anni prima lo storyboard, O.T. -THE TRANSMISSION, in cui in una video conferenza con Claudia Giannetti affrontava il tema della posizione dell’arte e dell’artista necessariamente critico, “incredulo” dice Muntadas, nei confronti delle nuove tecnologie.

ON TRANSLATION, ASIAN PROTOKOLS (2014)







in una prima edizione al Total Museum of Contemporary Art di Seoul, in Corea
comprendeva diverse opere realizzate tra il 2004 e il 2014, tra cui i seguenti video:
-ON TRANSLATION ON VIEW (2004), https://www.artsy.net/artwork/antoni-muntadas-on-translation-on-view 2014
unico piano sequenza, simile a una ripresa di una videosorveglianza, di sette minuti di un luogo anonimo in cui transitano persone e cose.
-ONTRANSLATION:LISTENING(2005)  https://www.artsy.net/artwork/antoni-muntadas-on-translation-listening
singoli fotogrammi in formato panoramico con immagini di persone che parlano al cellulare .
-ON TRANSLATION: GO ROUND (2013) https://www.artsy.net/artwork/antoni-muntadas-on-translation-go-round persone che passano attraverso una porta girevole 

ON TRANSLATION, ASIAN PROTOKOLS - 2016,
al 3331 Arts Chiyoda di Tokio, a cura di Seki Hiroko, che comprendeva anche:
O.T.: Abroad (2016) Collage di foto di comunità etniche al di fuori del loro paese di origine
O.T.: School Text Books, in cui si mostravano, nei libri di testo delle scuole superiori di tre paesi orientali Giappone, Corea, Cina, le immagini che documentavano la trattazione di tre campi tematici (Spazio pubblico/privato, Censura, Paura) nel continente asiatico, andando a comporre i protocolli, i rituali, che, diretti dalle istituzioni politiche e educative, modellano le opinioni e i comportamenti delle persone che vivono nei tra paesi asiatici.
Si veda di seguito il link che raccoglie l’avanzamento del progetto nel 2018 http://www.artlinkart.com/en/exhibition/overview/9ccfrClp


O.T.: LA CIUDAD/LA VILLE/DIE STADT nel 2004 a Barcellona
http://www.medienturm.at/mt.php?id=2&sid=110&k=full&_pid=306&sp=EN
Realizzato mettendo in interconnessione tre città europee che, viste in pianta, rappresentano i vertici di un triangolo: Graz e Lille, capitali europee della cultura nel 2003 e 2004 e Barcellona che ha ospitato nel 2004 il forum Universal de la cultura. Il progetto consiste in tre video con interviste a tre tassisti e con il loro punto di vista sulle singole città alternati a commenti di specialisti di urbanistica, architettura, sociologia e settore culturale, più un furgone in movimento che, predisposto con uno schermo da proiezione sul retro, si fermava in spazi pubblici e mostrava alle persone interviste e commenti di personaggi pubblici.


LIMOUSINE PROJECT 1990
Dietro i vetri oscurati di una limousine che girava nei quartieri high class di NewYork, si proiettavano immagini e parole legate al lusso, alla ricchezza dei probabili proprietari.



THE FILE ROOM (1994)
video-installazione
Una sala - archivio, che è sia una installazione e sia un progetto on line - stata presentata per la prima volta al Cultural Centre di Chicago, antica biblioteca pubblica della città.

Muntadas lo descrive così: “Ho costruito uno spazio apparentemente repressivo, kafkiano, appartenente alla burocrazia, al controllo, con 800 archivi metallici. Otto Macintosh collegati con internet e un server fornivano l’accesso a un archivio in rete composto da casi di censura sulla cultura. In questo modo ho cercato di ribaltare il ruolo di questo spazio fornendo la possibilità di accedere ad un’informazione alternativa.
http://www.thefileroom.org/
Si legga l’articolo di Valentina Tanni che ne descrive il funzionamentohttps://www.exibart.com/exiwebart/the-file-room-di-antoni-muntadas-la-stanza-degli-archivi/

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