15 giu 2016

LÉVI-STRAUSS#3 Scambi matrimoniali originari e parentele in Australia, Cina, Birmania e India






Immagini dello spettacolo Battlefield, tratto dal Mahabharata e dal testo teatrale di Jean-Claude Carrière, adattamento e regia Peter Brook e Marie-Hélène Estienne, con Carole Karemera, Jared McNeill, Ery Nzaramba, e Sean O’Callaghan, musiche di Toshi Tsuchitor. Teatro Argentina, maggio 2016
Maria Cristina Reggio 

Si inizia con un breve racconto su uno spettacolo teatrale che è entrato nella storia, il Mahabharata (tratto dall'omonimo libro epico della religione induista) che Peter Brook ha realizzato nel 1985 in teatro come spettacolo che durava nove ore, poi trasferito in film nel 1989, e di cui ha portato un breve frammento scenico al teatro Argentina dei Roma nel maggio scorso: 
Come descritto nel Mahābhārata, Yudhisthira e i suoi fratelli dovettero combattere la sanguinosa guerra di Kurukshetra, contro i loro cento cugini, i Kaurava, per la sovranità del regno di Hastinapura. Battlefield è il campo di battaglia della guerra denominata Kurukshetra, (lett. campo dei Kuru, noto anche come Dharmakshetra cioè campo della giustizia) fu la piana che costituì il campo di battaglia su cui fu combattuta la guerra tra due rami della dinastia dei Kuru, ovvero le due fazioni belligeranti dei Pandava e dei Kaurava. 
Da una parte erano schierati cinque fratelli, i Pandava, dall’altra i loro cugini, i Kaurava, i cento figli del Re cieco Dhritarashtra  (quet'ultimo, a causa di della sua cecità, nonostante fosse il figlio maggiore, dovette cedere il trono a suo fratello minore Pandu, il figlio avuto da Vyasa con l'altra vedova di Vicitravirya, Ambalika). Dhritarashtra, con sua moglie Gāndhārī, ebbe cento figli, non ciechi, che vengono indicati con il patronimico di Dhārtarāṣṭra. Alla fine del conflitto prevalgono i Pandava, figli di PANDU, il più anziano dei quali, Yudishtira, deve salire al trono con il peso di una vittoria macchiata dalla distruzione. Yudishtira, figlio del re Pandu e della regina Kunti, è stato da lei concepito insieme al deva Yama, il signore della giustizia e della morte (dal momento che Pandu non poteva concepire figli per effetto della maledizione di un brahmano) e  per questa ragione Yudhisthira era famoso per la sua onestà e totale aderenza al Dharma.  Il nuovo re, vincitore della battaglia  Yudishtira, nipote di Dhritarashtra condivide con quest'ultimo  lo stesso bruciante dolore, eppure dovrannno ambedue assumersene la responsabilità.
In questa storia mitica originaria, il gruppo umano è formato da fratelli, nipoti, cugini, mogli e madri che condividono affetti, dolori, guerre e riconciliazioni sancite dalle regole famigliari. Un oggetto dunque di indagine cui ben si adattano le riflessioni di L.S.

ALCUNE REGOLE DELLE SOCIETÀ  PRIMITIVE AUSTRALIANE 
L.S. , in base alle osservazioni compiute da Radcliffe Brown e Elkin, descrive le unità fondamentali della società australiana primitiva, (che a loro volta si basavano sulla convinzione che  quella  australiana costituisse la forma più primitiva di organizzazione sociale conosciuta)  consistenti nei gruppi locali denominati "orde", costituiti da 7-10 famiglie per un complesso di 25-50 individui; ciascuna orda è autonoma, pur riconoscendosi gli Australiani fra loro come appartenenti a una serie di stirpi che in comune hanno la lingua e determinate usanze. L'orda si compone di un gruppo di uomini, fratelli tra loro, dei loro figli, delle loro figlie e delle figlie non sposate dei loro figli (mentre le mogli e mogli dei figli, seguendo la regola del matrimonio esogamico,  provengono da un'orda vicina e continuano ad appartenere al gruppo dei loro padri e fratelli). Quindi l'orda si compone di tutti i membri maschi del clan e si basa sullo scambio delle sorelle. All'interno del sistema culturale Australiano, L.S. osserva il Sistema MURNGIN, ovvero la regola che consente il matrimonio unilaterale esclusivamente con la figlia del fratello della madre mentre  lo vieta con l'altra cugina incrociata, figlia della sorella del padre. 
ORDA è una  forma primitiva di organizzazione sociale australiana,  costituita da 7-10 famiglie per un complesso di 25-50 individui, anche senza legami di sangue. 
CLAN è un  gruppo la cui parentela o affinità deriva da discendenza comune, relativa alla comunanza del totem oppure appartenete a una stessa stirpe.

SCAMBI E MATRIMONI NELL'ESTREMO ORIENTE
L.S. sostiene che le regole del matrimonio devono essere integrate nel sistema globale che le implica e prende ad esempio alcuni popoli dell'Estremo Oriente, tra cui i Katchin, affermando: 
" Che non si sposi mai soltanto l'individuo, (sta parlando del popolo Katchin, in Birmania) , risulta chiaro dalla domanda di matrimonio: " la famiglia del pretendente invia gli anziani, salang, alla famiglia con cui si desidera il legame matrimoniale. Se i genitori sono ben disposti, i salang rubano gli ornamenti e gli effetti di tutte le ragazze eleggibili (fiori,  tabacco, acconciature) e li portano al villaggio del pretendente, dove un ningwawt compie un rito divinatorio per sapere qual è la ragazza preferibile"...  I Katchin concepiscono la creazione del mondo come una serie di procreazioni in cui si possono rintracciare gli antecedenti mitologici del sistema di parentela: "Karai Kasang crea... mediante padri e madri tutto ciò che esiste sulla terra. .... "L'origine suprema delle cose risale all'incontro tra un principio maschile, nebbia o vapore,  e uno femminile, forse un uccello. Dopo una serie di incesti tra fratelli e sorelle, nasce Nong Kong Wa, che dà origine a diverse serie da nove di  personaggi mitologici e poi ai primi capostipiti delle famiglie delle grandi tribù Katchin". 
Il matrimonio e le sue regole, anche in questo caso, mettono ordine e armonia in un sistema complesso composto da gruppi umani." Il legame costituisce una obbligazione reciproca, e se uno dei gruppi pretende di sottrarvisi per instaurare un nuovo legame matrimoniale, anch'esso conforme al tipo prescritto, deve essere osservata una procedura speciale  che, al di là dell'obbligo generale che risulta dall'orientamento solidale di tutti i gruppi nello stesso ciclo di scambio, attesti gli obblighi particolari che gravano sui gruppi tradizionalmente legati da relazioni matrimoniali" (pag.349). I permessi a sposarsi sono fatti sotto forma di doni, come una zanna di elefante o un gong che vengono poi esibiti a riprova dello scambio accordato.  Il matrimonio in questo caso prende più o meno la forma di una vendita e il prezzo della fidanzata è funzione del rango di quest'ultima. (si possono leggere i dettagli degli scambi a pag. 352) .  All'interno dei villaggi dei Katchin sono presenti diversi clan e accade spesso che questi siano in lite. I membri di un villaggio che siano in lite con un altro villaggio non possono dividere i pasti, ma possono contrarre matrimoni e la moglie ha diritto a rendere visita ai suoi parenti anche se il marito è  in guerra con loro: può infatti portare con sé due o tre uomini del villaggio del marito che, coperti di foglie, sono considerati sacri: il matrimonio è dunque più forte della guerra.  

SISTEMI DI PARENTELA CINESE
Basandosi sull'idea che le regole matrimoniali sono sempre destinate a fondare un sistema di scambio, L.S. riporta gli studi di Granet che  ha cercato di ricostruire l'evoluzione del sistema cinese basandosi sull'idea che un sistema matrimoniale a quattro classi (cioè fondato simultaneamente sulla filiazione e sulla distinzione delle generazioni successive) come se questo fosse il più semplice che possa esistere, ma secondo L.S. egli compie l'errore di concepire la distinzione per generazioni nei matrimoni,  cosa che non si esclude nei primitivi, che prevedevano matrimoni simultanei con una donna o con una figlia di essa. Come gli Australiani, anche i cinesi hanno una preoccupazione razionalizzante, ma giungono a conclusioni differenti.  Dividono infatti tra parenti interni (tutti i membri dello stesso clan agnatizio, ovvero parenti in linea maschile, più le donne sposate nel clan) e parenti esterni (tutti gli altri parenti membri di un clan differente) . Si tratta di un sistema fondato sul matrimonio tra cugini incrociati e sull'opposizione al matrimonio tra  generazioni consecutive che  si esprime nelle generazioni alternate: lo stato civile di ogni individuo si esprime con un binomio che include un solo termine del binomio paterno e un solo termine del binomio materno. Il binomio dei genitori si forma cioè di nuovo soltanto alla generazione dei figli dei loro figli. I figli cioè si oppongono ai genitori e i nipoti riproducono i nonni. Il nome personale è dato dalla madre, il nome di famiglia dal padre. Queste le coppie: padre e madre, che si oppongono a figlio e figlia; fratello della madre e sorella del padre che si oppongono a figlio della sorella e figlia del fratello. Esiste poi un posto preciso  assegnato a cadetti e fratelli maggiori . 
Qui di seguito si leggono i termini che indicano le relazioni elementari famigliari  di un sistema sociale arcaico, valido sia in Cina, sia in altre popolazioni primitive e che permette di esprimere nel linguaggio comune e  con precisione quasi matematica una qualsiasi situazione di parentela. 

Le informazioni più ricche sul sistema di parentela cinese  sono contenute nelle opere rituali, i Li, (libro dei riti , delle norme di comportamento ), e i Li-Ki,  opera confuciana comparsa per la prima volta durante la prima dinastia Han (206 a. C.-8 d. C.). È una raccolta di Li, ossia di quelle norme di comportamento (sia rituale sia di condotta quotidiana e di etichetta) che il confucianesimo (si ricordi che  Confucio è vissuto tra VI e V secolo A.C)  considerava essenziali per mettere l'azione umana in armonia con l'ordine universale. Il Libro dei riti ( Li) non si limita a elencare le norme dei riti di lutto, del culto degli antenati, e di altri aspetti del rituale, ma definisce lo stesso ordine universale quale si manifesta nello scorrere del tempo, nell'alternarsi delle stagioni,  secondo una simbologia astrale e tellurica divenuta classica nell'ideologia cinese. In particolare il grado di parentela viene stabilito dal sistema del lutto, per cui una maggior o inferiore durata del lutto corrisponde a un certo grado di parentela: differenze qualitative di forma di parentela di trasformano in differenze quantitative di durata di lutto, in vista del mantenimento della solidarietaà del clan.  L'ordine Tchao ( grande luce) è legato al lato sinistro, il posto d'onore  mentre Mou ( piccola luce)è legato  con il lato destro,  e si tratta di un ordine rapportato solo e sempre alla relazione tra padri e figli: il padre deve sempre essere tchao in rapporto al figlio, e dunque le due generazioni si trovano sempre a occupare colonne differenti "Alla morte di un imperatore, la sua tavoletta prendeva il posto di quella di duo padre. Quest'ultima era trasferita... al posto del nonno, quella del nonno al posto di quella del bisnonno etc.." 
INDIA, I PARENTI DELL'OSSO E I PARENTI DELLA CARNE  
Scrive L.S: " In verità, quando si passa dai sistemi di parentela dell'Estremo Oriente a quelli dell'India, non si entra in un campo nuovo. Dal Tibet e dall'Assam fino alla Siberia, attraverso la Cina tutta intera, abbiamo incontrato come leitmotiv  della teoria indigena del matrimonio la credenza che le ossa vengano dalla parte del padre, e la carne dalla parte della madre. (...). Anche l'India innalza la stessa insegna: ed è anzi proprio l'India che ne fornisce l'espressione più antica , poichè l'idea si trova già nel Mahabaharata. Nel Tibet la distinzione tra parenti dell'osso e parenti della carne è oggettivamente legata alla formula dello scambio generalizzato: l'unità di coppia che genera un figlio è infatti dovuta non alla colleganza matrimoniale legata alla coppia, ma a quella legata al clan: nel gruppo risiedono l'osso e la carne. Il gruppo A dà il padre e il gruppo B  la madre etc.. "
A proposito del gruppo Sapinda: all'esogamia delle caste, che è la forma più antica ed oggi superata dall'esogamia indiana, quella dei Sapinda si oppone come la forma più recente: Il gruppo Sapinda è un raggruppamento bilaterale, che comprende i parenti in linea paterna e insieme quelli in linea materna.  Il gruppo Sapinda è, come nel caso della Cina,  un gruppo cultuale, legato al culto del lutto: la parola pinda significa infatti  pallina di riso offerta al morto, (Il sacrificio pinda è offerto al padre, al, nonno, bisnonno, mentre i tre ascendenti anteriori al bisnonno hanno diritto soltanto al lepa del pinda, cioè ai grani di riso che si staccano dalla mano quando la si lava. Come in Cina, la parentela è  riflesso nei gradi del lutto. E' un gruppo cultuale, quello Sapinda, e solo secondariamente fattore di parentela nel matrimonio. 




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