12 apr 2019

IL NEMICO RITROVATO #1: IL SESTO POTERE


Maria Cristina Reggio 

LA SORVEGLIANZA LIQUIDA
Il libro Sesto potere è una ricca conversazione intessuta tra David Lyon e Zygmunt Baumann nel 2014 sulla sorveglianza, un fenomeno che si è diffuso e moltiplicato a livello planetario attraverso l’uso delle nuove tecnologie, soprattutto dopo l’11 settembre. 
In questo libro i due autori coniano il termine SORVEGLIANZA LIQUIDA: liquida, ovvero non più solida, legata a strutture fisse architettoniche come il Panopitcon, di cui aveva esaurientemente descritto la dinamica corporale-spaziale politica M. Foucault nel suo Sorvegliare e punire, testo del 1975. Ma si riferisce piuttosto a una sorveglianza flessibile e mobile, leggera come le nuove tecnologie di cui si avvale (rilevatori biometrici, accessi online, partecipazione ai media, accesso ad edifici, ad aeroporti, al pnr, a Google, vendita dei dati a terzi. La modernità si  liquefa nel piccolo, nel leggero, nel veloce.

RETE – COMUNITA’
Il primo sguardo di David Lyon si sofferma sui rapporti tra nuovi media e la fluidità delle relazioni: secondo lo studioso infatti i social media sono PRODOTTI della frammentazione sociale e non VICEVERSA. La frammentazione in cui viviamo produce cioè la necessità di creare relazioni e queste si realizzano, nei social media, con una specificità che le differenzia da quelle vissute corpo a corpo, poiché si basano sul presupposto di non preoccuparsi di regole e norme, mentre la fondazione e stabilità di una comunità reale si basa su regole condivise e su legami forti, sull’assunzione di responsabilità.     
Nella rete, come peraltro anche in altre situazioni dove è presente l’uso delle nuove tecnologie, si ha il fenomeno della ADIAFORIZZAZIONE (greco A -DIA –FERO, RENDO INDIFFERENTE), ovvero la tendenza a dispensare una buona parte di azioni dal giudizio morale.
Nel villaggio globale i legami umani sono deprivati della possibilità stessa di costituirsi come legami autentici.  Si può essere voyeurs e flaneurs nel medesimo tempo. ( vedi il lavoro di Janet Cardiff & George Bures Miller
Cardiff & Miller, Muriel Lake Incident, 1999

Altra manifestazione dell’adiaforizzazione è nei database remoti e nelle reti di telecomunicazioni che determinano la sparizione del confine come linea geografica creando confini extraterritoriali, dislocati in più luoghi. All’inizio del XXI secolo, la tecnologia militare è riuscita a rendere fluttuante la responsabilità di chi opera e dunque a spersonalizzarla in misura inimmaginabile durante la seconda guerra mondiale: UN TASTO AVVALORA L’INNOCENZA DEL GESTO, come scrive David Lyon.

vedi il film  SERIOUS GAMES, di Harun Farocki,realizzato nel 2009 nella base 29  dei Marines a Palm in California.

DALLA DISCIPLINA ALLA SICUREZZA  

Il Panopticon è il carcere ideale progettato nel 1791 dal filosofo e giurista Jeremy Bentham. Il concetto della progettazione era di permettere a un unico sorvegliante di osservare tutti i soggetti di una istituzione carceraria.  Secondo Zygmunt Bauman, nell’epoca del digitale il modello del Panopticon non è affatto obsoleto, è vivo e vegeto, ma non esprime  più la strategia di un dominio universale, percheè è piuttosto confinato nelle zone ingestibili della società: nelle prigioni, nei campi di raccolta dei migranti, nelle cliniche psichiatriche, nelle istituzioni “totali”. Vengono iscritti a bilancio gli esseri umani passivi, inutili, esclusi, elementi inutili e non redditizi. Viene utilizzato sugli immigrati indesiderati, nei luoghi di frontiera.

Adrian Paci
, The Line (Dyptich), 2007











Le nostre preoccupazioni, sono SICURITARIE PIUTTOSTO CHE DISCIPLINARIE.
A livello globale, piuttosto è più diffuso, secondo Bauman, il BAN OPTICON, un sistema che tiene fuori piuttosto che tenere dentro. (BAN= bandire, esiliare, tenere fuor, interdire).


Si veda il lavoro della compagnia teatrale Aggrupaciòn Senor Serrano e in particolare il lavoro BIRD: 
https://www.srserrano.com/es/birdie/
Le telecamere a circuito chiuso che circondano le GATED COMMUNITIES (comunità chiuse da un cancello) e costellano i centri commerciali e spazi davanti ad essi siano BAN OTTICI. Servono per garantire spazi difendibili, chiedere dentro e chiudere fuori.  I CAMPI PROFUGHI non sono luoghi di transito, ma il profugo è esule, vien tenuto separato, con il divieto di raggiungere altri luoghi. Lo scopo principale del BAN OTICON è di accertarsi che i rifiuti vengano separati. Si progettano corridoi di esilio, dove le persone non possono uscire perché sporcano, ingombrano, come rifiuti privi di uso.

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