LA CASA DELLA FAMIGLIA SCHNEIDER
La Haus ur, nella cittadina tedesca di Rheydt, rappresenta il lavoro fondamentale in cui Gregor Schneider, artista tedesco classe '69, ha concentrato la sua ossessione per lo spazio chiuso, la cella domestica della famiglia. Qui, dal 1985, in una casa presa in affitto, l'artista ha ricostruito la sua casa di famiglia (lui era nato a Colonia), realizzando, cancellando e cambiando continuamente muri, tunnel, scale, stanze e antistanze, corridoi e soffitte claustrofobiche inaccessibili. Successivamente, invitato nel 2001 alla Biennale Arte di Venezia, Schneider ha occupato l'intero spazio del padiglione della Germania ai Giardini, trasportandovi una parte consistente della Casa ur, che è divenuta in quell'occasione la Totes Haus Ur ( La tua casa morta), un contenitore senza aperture verso il mondo esterno, poiché porte e finestre erano murate. Entrare dentro quest'opera era un'esperienza inquietante e angosciante, da intrusi: un casa bianca e polverosa dove si intuiva che qualcuno non poteva abitare poiché tutto faceva pensare al ricordo, alla memoria, ma non di qualcosa di reale, bensì di finto, mai vissuto, doppio morto di qualcosa'altro. Una casa da cui sembrava impossibile uscire. Dunque un tentativo di doppio impossibile, autoestinto.
Nello stesso tempo ha realizzato gli Amateur Videos, video che riprendevano laboriose visite agli interstizi e ai vuoti nascosti della Haus u r, in cui l’artista sembra vivere l’esperienza di ciò che dall’esperienza viene escluso – come se fosse qualcun altro, non la persona che ha costruito la Haus u r, come se fosse un altro da sé. Vedi i video: http://www.gregor-schneider.de/video.htm
Con quest'opera Schneider ha vinto il Leone d'oro a Venezia nel 2001. Come scrive Bonami in Domus Arte web http://www.domusweb.it/it/arte/2008/06/06/gregor-schneider.html
"La sua casa potrebbe ricordare un covo terrorista, come l'infame "prigione del popolo" delle Brigate Rosse in cui il gruppo terrorista tenne prigioniero per 55 giorni il leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro nel 1978, prima di assassinarlo. Ma in modo più strisciante Schneider gioca sulla nostra società zoppicante e sulla sua invisibile psicopatologia. Le immagini della cella sotterranea priva di finestre, in cui la giovane austriaca Natascha Kampusch fu tenuta prigioniera per otto anni da Wolfgang Priklopil dal 1998 al 2006, mostrano un'agghiacciante somiglianza con gli spazi scultorei di Gregor Schneider". Tant'è vero che nella sua mostra Double al Macro di Roma nel 2005 ha ricreato una cella di isolamento presa a modello dalle celle di sicurezza del Campo V del carcere di Guantànamo di Cuba - ambiente che rientra nella sua ossessione per gli spazi sociali.
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Giuseppe Maria Crespi, La donna che lava i piatti , 1635 ca |
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